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Desiderio di Tango : Il tango come espressione di una relazione adulta . di Federica Torre

Dice A. Lowen che la danza e il ballo sono una forma di vita in cui il nostro cuore può battere al ritmo della musica e il corpo lasciarsi andare al ritmo vitale dei movimenti. Il ballo, qualunque tipo di ballo, è un’attività che da un lato ci fa sentire in continuità con le nostre radici culturali e che dall’altro presenta caratteristiche intrinseche che consentono il potenziamento di molteplici aspetti psicologici. A nostro avviso il ballo che meglio di tutti esprime la perfetta unione di maschile e femminile, di Animus e Anima, di integrazione tra corpo e mente, fra aggressività e tenerezza è il tango. Esso esprime una consapevolezza del rapporto amoroso e di coppia, affida lo schiudersi della potenza creativa e dell’invenzione al racconto amoroso piuttosto che al ritmo imposto o al banale contatto dei corpi. Gli opposti si uniscono, la sensualità più sfrenata vive trattenuta e custodita nel rituale. Il racconto è autentica conversazione d’amore, ciascuno dei due ballerini si lascia condurre dall’evoluzione del ballo nel racconto. La vicinanza fisica che il ballo richiede, la distribuzione dei compiti tra chi conduce e chi è condotto, il rituale che precede l’inizio della danza, gli sguardi di richiesta e di invito inevitabilmente richiamano il problema dell’identità di genere e dei ruoli sessuali.
Il tango è un ballo di coppia in cui la relazione è centrale, ma a partire dalle due individualità. Il risultato visivo è un movimento fluido di due corpi che si fondono in un’unica figura che occupa e si muove nello spazio, ma affinchè questo sia possibile è necessario che entrambi i partner mantengano la propria individualità e il loro “grounding”. I due corpi non si appoggiano l’un l’altro, ma si muovono “con” l’altro a partire dal proprio centro. Ognuno serve l’altro nella misura in cui questo è funzionale: l’uomo guida la donna e in questo fa sua la propria identità maschile, ma contemporaneamente accoglie la donna nei suoi movimenti e quindi la propria parte femminile; di contro la donna si fa accogliere e portare e quindi agisce la sua parte femminile, ma a partire dal suo essere centrata in sé e nello spazio e quindi ha recuperato dentro di se la parte maschile. Il tango diventa così una grande opportunità per scoprire questo gioco di seduzione e di ricerca del maschile e femminile. Con questo ballo non solo abbiamo la possibilità di entrare in contatto fisico, ravvicinato e immediato con la nostra polarità esterna, il partner, ma abbiamo modo di scoprire la polarità dentro di noi. Se siamo uomini “sentiremo” quanto e in che modo trasmettiamo questo alla nostra partner, e come donne “sentiremo” la nostra femminilità come reagisce alla guida dell’uomo. E inoltre, come nostra polarità interna, potremo anche sentire come la nostra guida maschile viene modulata dalle qualità femminili, e viceversa come donna la nostra capacità di seguire la “marca” dell’uomo, ossia l’input che l’uomo trasmetta alla donna nel linguaggio del corpo, dando il nostro contributo di polarità maschile. Tutto avviene nell’eterno gioco di polarità che si cercano, si uniscono, si dividono e si ritrovano.
È nella relazione che si svolge tutto il tango; nel rapporto che si crea tra i due ballerini e come, istante dopo istante, si comunica. E questa comunicazione, questo scambio energetico, avviene continuamente in entrambe le direzioni. Dare e ricevere. Uno dei due dà e l’altro riceve, ma mentre questo avviene sta accadendo anche il contrario, come simboleggiato dall’immagine orientale dello yin e yang. Secondo la codifica di base l’uomo “guida” e la donna “segue”; l’uomo ha la responsabilità di condurre la donna, e questo non vuol dire solo dare i segnali per la guida e per la conduzione del ballo, ma assumersi l’impegno di percepire lei, fare attenzione alla pista, proteggerla, sentire la musica, interpretare i segnali della donna. E così pure la donna che segue ascolta i segnali dell’uomo e li modula con la sua energia dando al ballo la sua connotazione. I ruoli sono chiari e si integrano a vicenda, come nello yin e yang; non c’è una supremazia. La bellezza in tutto questo è nel sentirsi, nella relazione, nello scambio, nel dare e ricevere, mutando continuamente idea. Il tango permette di superare i condizionamenti nei ruoli, di vivere la propria emotività e i propri stati d’animo, la diversità e le affinità, sapere entrare ed uscire dalla relazione nel ballo. C’è la percezione della coppia come un sistema unico ed integrato dove le forze in campo si combinano in un abbraccio comodo e confortevole, dove la libertà del movimento di ognuno è chiave della relazione a due. La coppia intesa come “corpo di ballo” unico e sinergico. Condivisione totale della responsabilità nel funzionamento della dinamica e della statica. Saper costruire insieme, nella spontaneità dell’improvvisazione, il proprio unico e sempre irripetibile tango.
Nel tango esprimiamo la nostra libido più autentica. L’eccitazione sessuale esiste “lì”, in relazione ad un “oggetto parziale” che riflette a livello inconscio le esperienze fusionali della simbiosi e i desideri di rifusione delle prime fasi che i freudiani definiscono di separazione/individuazione. La particolare focalizzazione, conscia o inconscia, di una scelta di oggetto sessuale trasforma l’eccitazione sessuale in desiderio erotico che induce l’aspirazione a una relazione sessuale con un oggetto particolare. Il desiderio erotico è caratterizzato dal collegamento tra eccitazione sessuale e oggetto edipico nel contesto dell’unione sessuale. Comprende pertanto il desiderio d’intimità, di fusione, di unione, e richiede di oltrepassare la barriera e diventare una sola cosa con l’oggetto prescelto. L’elemento principale è il piacere che nasce dal desiderio dell’altro e la sensazione di appartenere a entrambi i sessi nello stesso momento superando le barriere che dividono i due sessi, di penetrare e di essere penetrati, gratificando il nostro reciproco desiderio di fusione. Affinché il ballo sia fluido e ci trasmetta quella sensazione di sensualità e intimità è necessario l’ascolto profondo dell’altro a partenza dal corpo, ma quello che profondamente guida l’altro in questa danza armonica è il ritmo del cuore. Che i due ballerini non si guardino in volto è il registro della pragmatica che deve imporsi su quello paralizzante e fusionale dello sguardo. Il tango non ha bisogno di occhi, si può ballare ad occhi chiusi quasi a voler sottolineare la predominanza del sentire sul vedere, non c’è bisogno del controllo esterno che passa attraverso gli occhi e il cervello sinistro, è una sintonia del sentire, due cuori che battono allo stesso ritmo pur conservando il proprio. Quello che ci innamora è quella precisa emozione sottesa tra petto e ventre che trasforma tutto in una romantica magia d’appartenenza, d’abbraccio, di condivisione. Sono due sguardi che non si toccano ma si sentono. Leggiamo un passaggio suggestivo di Lezione di tango di Elsa Osorio:

“Non c’è segreto che le sue gambe non sappiano decifrare, con la mano sapiente di Luis sulla vita. Adesso lui le chiede un voleo, e Ana, con gli occhi ancora chiusi ha l’assoluta consapevolezza della propria gamba, sottile e sensuale, rivelata dallo spacco del vestito nero, del proprio piede che volteggia in aria, appena un istante, con eleganza, per poi riappoggiarsi sul parquet. Non guarda neanche il petto di Luis, ma lo sente lì, amatissimo, solido, sicuro, a bilanciarla, ad amarla, a darle l’equilibrio perfetto per eseguire, reggendosi su un solo piede il giro completo che lui le ha indicato su questo accordo. Ah, che impareggiabile piacere ballare il tango con l’uomo che ama”

Nella costruzione di un amore, come dice Ivano Fossati, c’è bisogno tanto dell’amore quanto del desiderio, perché l’amore privo di desiderio può essere tenero, intimo e sicuro, ma non contiene l’avventura, la tensione e il senso del rischio che alimentano la passione romantica. La passione romantica viene dal convergere di due bisogni umani fondamentali e conflittuali: il bisogno di un radicamento nel conosciuto e nel prevedibile, un ancoraggio affidabile, una cornice di riferimento, e dall’altro il desiderio di farla finita con i modelli familiari consolidati, di superare i confini, di incontrare qualcosa di imprevedibile e misterioso.
Desiderio di tango.

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